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Sereprost One

Integratore alimentare per prostata e vie urinarie

E’ un integratore alimentare a base di Serenoa, Curcuma, Tè verde, Maqui e Licopene con Rame e Zinco. La Serenoa è utile per favorire la funzionalità della prostata e delle vie urinarie. Il Tè verde contribuisce al drenaggio dei liquidi corporei ed è un tonico nei casi di stanchezza fisica e mentale. Tè verde, Maqui e Curcuma hanno inoltre potere antiossidante. Lo Zinco contribuisce alla normale fertilità, alla normale riproduzione ed al mantenimento di fisiologici livelli di testosterone nel sangue. Il Rame contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario ed alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.

Proprietà

Negli ultimi anni l’interesse e l’uso di terapie alternative complementari, specialmente nutraceutiche, sono in continuo aumento. In Italia si calcola che il 50% dei rimedi utilizzati per curare l’iperplasia prostatica benigna (IPB) sia di tipo fitoterapico,mentre in Germania e negli altri Paesi europei la fitoterapia è considerata il trattamento di primo ricorso per i disturbi della prostata e delle infezioni delle basse vie urinarie. Tutti i nutraceutici ad attività antinfiammatoria possono svolgere un ruolo protettivo a livello prostatico.
Dati recenti indicano che il 50% degli uomini abbia sofferto almeno una volta nella vita di un episodio infiammatorio della prostata.
Oltre il 50% degli uomini di età compresa tra i 60 e 69 anni presenta un’ipertrofia prostatica benigna, o iperplasia, clinicamente significativa.
Studi epidemiologici suggeriscono che diete ipocaloriche con bassi livelli di grassi saturi, ricche in pesce, fibre, frutta e verdura contenenti antiossidanti, fitoestrogeni e carotenoidi possano sia ridurre l’incidenza che migliorare il decorso di iperplasia prostatica benigna. Il controllo del peso corporeo è un fattore molto importante, poiché è stato dimostrato che il grasso addominale è in grado di alterare il profilo ormonale maschile, con conseguente azione aggressiva sulla prostata. E’ indispensabile bere sufficientemente (1-2 litri d’acqua al giorno), per permettere la diluizione e l’eliminazione di eventuali batteri presenti nella vescica.

Come sempre, anche per il controllo dei disturbi della prostata è bene privilegiare una dieta basata su alimenti vegetali freschi, limitando l’apporto di alimenti di origine animale. L’eccessivo consumo di alimenti di origine animale, infatti, causa acidificazione dell’organismo e dell’urina, che può provocare uno stato infiammatorio della prostata, la prostatite.
Si stima che il 70% degli uomini 50-60enni (percentuale che raggiunge l’80% dopo gli 80 anni) sia colpito da iperplasia prostatica benigna, un ingrossamento benigno della ghiandola prostatica che può arrivare a superare 3-5 volte le dimensioni normali.
La crescita della ghiandola prostatica restringe progressivamente l’uretra, provocando la difficoltà ad urinare. Se tale condizione si protrae nel tempo e non si interviene, la vescica perde efficienza, arrivando a formare diverticoli, aumentando il rischio di contrarre infezioni e sviluppare calcoli vescicali.
La Serenoa repens è una palma nana diffusa in Stati Uniti, sud Europa e nord Africa che mostra meccanismi multipli di azione:
inibizione del 5-alfa-riduttasi, inibizione del recettore androgeno DHT, riduzione della componente infiammatoria della crescita della prostata (inibizione della COX-2 e lipossigenasi) e inibizione della proliferazione cellulare della prostata.
La Serenoa repens è consigliabile principalmente nel trattamento delle malattie dell’apparato uro-genitale maschile, nell’ ipertrofia prostatica benigna al primo stadio, in cui predominano i disturbi urinari, “disuria”. E’ utile anche al secondo stadio, in cui aumenta la ritenzione urinaria, per cui la vescica non si svuota mai completamente, rimanendo sempre un residuo. Studi recenti hanno dimostrato una vastissima percentuale di risultati positivi sui sintomi urinari e di laboratorio, accompagnati da un miglioramento della qualità della vita, nel ridurre l’infiammazione e l’ingrossamento della prostata. E’ stato dimostrato anche che agisce in maniera specifica nella cellula prostatica limitando la proliferazione cellulare, responsabile dell’ingrossamento della prostata.
I Curcuminoidi, uno tra i principi attivi contenuti nella Curcuma, è il principale responsabile delle attività benefiche: spasmolitica delle vie biliari, antiflogistica e antinfiammatoria ha una azione antinfiammatoria se si è in presenza di artrite, o per alleviare le infiammazioni delle ferite, digestiva perchè stimola la secrezione biliare favorendo la digestione dei grassi. Sembra abbia anche un effetto androgenico, aumentando la motilità dello sperma, senza incrementare il numero degli spermatozoi.
Oltre al suo componente isolato, anche la curcuma nella sua interezza si è dimostrata capace in alcune ricerche di inibire in vitro le cellule tumorali. Il primo studio su questa sostanza risale agli anni ’70, quando un gruppo di ricercatori indiani dimostrò il suo effetto ipocolesterolemizzante sui ratti. Il grosso delle ricerche però prese il via circa 20 anni dopo, ad opera soprattutto del Prof Bharat Aggarwal. Questi, negli anni ’80, fu il primo a purificare il TNF alfa e beta (Fattore di Necrosi Tumorale), un potente fattore antitumorale prodotta dal nostro organismo. Gli venne in mente che la medicina ayurvedica utilizza la curcuma come un valido rimedio antinfiammatorio. Da allora sono stati condotti centinaia di studi. Secondo i ricercatori, la curcumina potrebbe essere utile almeno in 8 tumori: polmoni, bocca, colon, fegato, rene, pelle (melanoma), mammella e leucemia. Sono stati descritti numerosi meccanismi
d’azione per l’attività antitumorale della Curcumina.
Inibizione della proliferazione delle cellule tumorali, induzione di apoptosi (una modalità di morte cellulare), inibizione della trasformazione delle cellule da normali a tumorali, inibizione della formazione dei vasi che alimentano il tumore (effetto anti-angiogenetico), inibizione dell’invasività e delle metastasi e la soppressione dell’infiammazione sono stati collegati con l’attività antitumorale della Curcumina.
Il tè verde è particolarmente ricco di catechine, principi attivi cui sono state attribuite numerose proprietà biologiche quali: il controllo della pressione sanguigna e dei livelli di colesterolo, la riduzione del peso, una funzione antiossidante e attività antitumorale. È noto come, nei paesi con alto consumo di tè (Cina e Giappone), la percentuale di ammalati di certe forme di cancro non sia elevata: ne è un chiaro esempio la bassa incidenza di cancro alla prostata, la seconda causa di morte correlata ai tumori nei paesi occidentali. Uno studio condotto dal Prof. Saverio Bettuzzi dell’Università di Parma (in collaborazione con il Prof. Arnaldo Corti del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Modena e Reggio Emilia e il Dr. Maurizio Brausi, Primario di Urologia all’Ospedale di Carpi) ha dimostrato che il tè verde è particolarmente efficace nel prevenire il cancro alla prostata.

Lo studio è stato condotto su uomini affetti da Neoplasia Intraepiteliale Prostatica di alto grado (o HG-PIN) una lesione iniziale per la quale non è prevista alcuna terapia e si sa che è correlata ad un alto rischio di sviluppo del cancro della prostata. Il risultato finale ha mostrato come la somministrazione, per 1 anno, di 600 mg al giorno di catechine totali, di cui almeno il 50% di EGCG (l’epigallocatechingallato, la molecola più potente), riducevano il rischio di sviluppo tumorale del 90%. Nel Cile Meridionale, cresce spontaneamente una pianta che da millenni dona “robustezza e longevità” agli indigeni autoctoni: parliamo della “Aristotelia Chilensis”, più comunemente conosciuta come Maqui (si legge “machì”), un sempreverde caratterizzato da fiori bianchi e bacche di un intenso color blu. Questa pianta, che matura in estate e le cui bacche hanno un sapore che ricorda quello del sambuco, produce appena 10 kg di frutti ogni 7 anni a causa delle “condizioni metereologiche proibitive” in cui si sviluppa: temperature fredde, esposizione all’ozono e venti molto violenti. Proprio per questo ambiente così estremo la pianta del Maqui “risponde” con una sovrapproduzione di delfinidine, potenti antiossidanti naturali.
Stiamo parlando di un frutto che possiede il maggior potere antiossidante in natura: infatti il valore ORAC (la scala utilizzata per indicare l’attività antiossidante in laboratorio) del Maqui è circa 3 volte superiore a quello del mirtillo nero e 7 volte superiore a quello del melograno.
I polifenoli contenuti nel frutto, contrastano la formazione di radicali liberi e assumono il ruolo di “spazzini” all’interno del nostro organismo, attivando i meccanismi antiossidanti delle nostre cellule e prevenendo le patologie legate all’invecchiamento. I polifenoli “modulano” l’infiammazione cellulare, un fenomeno di alterazione cellulare che stress e alimentazione sregolata possono rendere
cronico, andando quindi a ridurre o deteriorare la funzionalità di vari organi. I polifenoli, inoltre, coadiuvano le cellule nel conseguimento di uno stato energetico ottimale attraverso l’attivazione del cosidetto “enzima della vita”, enzima che facilita lo sviluppo di energia dai grassi, riduce la sintesi del colesterolo e migliora il flusso sanguigno.
Il licopene è un carotenoide presente in forti concentrazioni nel pomodoro, che mostra azioni biologiche molto interessanti. Come tutti i carotenoidi non è sintetizzato dall’organismo e pertanto deve essere assunto con la dieta. Il licopene fa parte del network antiossidante, che aiuta a prevenire lo stress ossidativo.
Recenti studi suggeriscono che la supplementazione di licopene potrebbe rallentare l’ingrossamento della prostata e ridurre i sintomi di iperplasia prostatica benigna.
In uno studio recente, 37 uomini (45-70enni) affetti da IPB hanno ricevuto 15 mg di licopene al giorno o un placebo per 6 mesi. Al termine dell’osservazione, i soggetti che avevano assunto licopene non hanno mostrato ingrossamento della prostata, al contrario dei soggetti placebo. L’assunzione di licopene è stata anche associata al miglioramento dei sintomi di IPB.
Lo zinco è un oligominerale essenziale utilizzato in molti processi corporei. Nell’uomo influenza lo sviluppo degli organi sessuali e la funzione prostatica. In particolare, la sua carenza può favorire cambiamenti dannosi nella misura e struttura della prostata che contiene più zinco di qualsiasi altra parte del corpo umano. Nei casi di disturbi alla prostata, in particolare il cancro alla prostata, i livelli di zinco nella ghiandola scendono.
Nell’ipertrofia prostatica , la sua somministrazione è in grado di ridurre la dimensione della ghiandola stessa e di alleviare i sintomi ad essa collegati. L’integrazione di zinco è particolarmente appropriata nelle ipertrofie di medie dimensioni con IPSS di 2° classe (sintomi da lievi a moderati).
Un integratore alimentare studiato per la salute della prostata dovrebbe mantenere un giusto equilibrio tra zinco e rame, perché l’uso a lungo termine di zinco può ridurre l’assorbimento di rame nel corpo.
Studi condotti sia sugli animali che sull’uomo suggeriscono che, per un utilizzo ottimale di entrambi i minerali, l’equilibrio tra zinco e rame dovrebbe essere di circa dieci a uno.

Posologia

Si consiglia l’assunzione di 1-2 capsule al giorno da deglutire con un abbondante sorso d’acqua.

Componenti

Serenoa frutto estr. sec. (Serenoa repens),
Curcuma rizoma estr. sec. (Curcuma Longa L.),
Licopene (al 6%, amido da mais),
Tè verde foglia estr. sec.,
Zinco gluconato,
Maqui frutto estr. sec. (Aristotelia chilensis),
Rame gluconato,
Gelatina alimentare.

Formato: 24 capsule

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