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Toxoplasmosi in gravidanza

Toxoplasmosi in gravidanza

La toxoplasmosi è una zoonosi causata da un microrganismo, il Toxoplasma gondii, che si trova all’interno delle cellule e che presenta numerose diversità in base al soggetto che lo ospita. Questo parassita è presente prevalentemente nella carne infetta, ma anche negli escrementi del gatto o nel terreno in cui ha defecato un animale infetto.

Si tratta di una patologia estremamente pericolosa quando si contrae in gravidanza poiché può essere trasmessa al bambino. Questo rischio è così elevato poiché in genere l’infezione è asintomatica e non viene diagnosticata in modo tempestivo. Per questo motivo si consiglia di eseguire uno screening prima del concepimento o all’inizio della gestazione, per capire se si è immuni alla toxoplasmosi.

In cosa consiste il test di screening toxoplasmosi

Lo screening consente di classificare le donne in tre categorie: a rischio, suscettibili, protette. Grazie a un semplice esame del sangue chiamato toxo-test è possibile individuare la predisposizione della donna al virus.

Infatti, quando si verifica l’infezione viene stimolata la produzione di immunoglobuline nel corpo in base alla fase in cui si trova. Questo test consente anche di verificare la presenza o l’assenza nel sangue degli anticorpi e quindi capire se si è ancora a rischio oppure no. Qualora il risultato mostrasse un certo grado di suscettibilità della donna al virus, l’esame sarà ripetuto una volta al mese o almeno altre due volte durante la gravidanza.

Quali sono le conseguenze della toxoplasmosi in gravidanza?

Quando si contrae la toxoplasmosi in gravidanza, se questa non viene curata, si corre il rischio di trasmettere l’infezione al feto. In questi casi le conseguenze possono essere:

  • aborto spontaneo
  • ritardo di crescita intrauterina
  • gravi sequele
  • nascita prematura

L’entità di queste conseguenze varia in base al momento della gravidanza in cui si contrae l’infezione.

Se questo accade nel periodo del concepimento la probabilità di trasmetterla al feto è molto bassa, intorno al 5%. Nel primo trimestre di gravidanza la probabilità è sempre bassa, il 17%, ma il rischi di aborto spontaneo è molto alto e si possono causare gravi danni al feto. Nel secondo e nel terzo mese di gravidanza le probabilità aumentano fino al 65/90% soprattutto nelle ultime settimane di gestazione. Solitamente però le conseguenze sono meno gravi poiché il bambino è già formato. 

Sintomi alla nascita per il bambino

Tra i sintomi principali nel bambino, in caso di gravidanza portata a termine, che ci fanno comprendere che è affetto da Toxoplasma Gondii, troviamo:

  • ittero
  • basso peso alla nascita
  • linfonodi gonfi
  • eruzione cutanea
  • anemia
  • febbre
  • perecchie
  • microcefalia o idrocefalo

Come diagnosticare l’infezione?

Per diagnosticare l’infezione e capire se il feto è stato contagiato, è sufficiente ricorrere a due esami specifici:

  • l'amniocentesi, eseguita tra la 15° e la 20° settimana che consente di individuare la presenza del parassita nel liquido amniotico;
  • l’ecografia, per verificare la presenza di alcune segni che contraddistinguono la Toxoplasmosi, come ad esempio l’accumulo di liquidi nel cervello.

L’infezione rappresenta un problema grave per il feto se non viene curata nel modo giusto e tempestivamente. Il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico per verificare insieme a lui la terapia più indicata per ritrovare il proprio benessere, ma soprattutto quello del bambino.

 

Le informazioni contenute in questa pagina non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata.