Disfagia
Che cos’è la Disfagia?
La disfagia è una patologia che consiste nella difficoltà a deglutire cibi solidi, liquidi o semiliquidi, o nella percezione che questi restino bloccati nella faringe. Si tratta di una malattia che colpisce persone di ogni età, circa il 20% della popolazione, per la maggioranza anziani.
Alcune volte si tratta di una problematica che incorre occasionalmente, in questo caso può essere causata da un’errata masticazione, magari avvenuta troppo rapidamente, e non deve destare particolari preoccupazioni. Se la difficoltà persiste è invece necessario fare degli accertamenti, in quanto potrebbe essere dovuto a un disturbo che rende impossibile la normale alimentazione orale autonoma e sicura.
Sintomi della Disfagia
Il sintomo principale di questa patologia è la percezione che cibi e/o bevande rimangano bloccati in gola causando difficoltà nella deglutizione. Vi sono però anche altri sintomi a cui bisogna prestare attenzione per riconoscere la malattia:
- senso di soffocamento;
- difficoltà nel controllo della salivazione;
- sensazione di debolezza costante;
- rigurgito;
- aumento della salivazione;
- raucedine;
- frequente bruciore di stomaco;
- tosse o conati di vomito durante la deglutizione;
- affaticamento durante il pasto;
- rigurgito nasale nel corso dei pasti.
Non sempre questi sintomi sono evidenti, alcune volte possono essere quasi irrilevanti e facilmente confusi con altre patologie. È dunque opportuno prestare particolare attenzione, la disfagia non diagnosticata può causare problemi di malnutrizione e disidratazione, fino ad arrivare all’insufficienza renale.
Cause della Disfagia
La disfagia può essere generata da cause differenti, e solitamente sono:
- iatrogena: a causa di terapie pesanti che prevedevano l’utilizzo di determinati farmaci, come la chemioterapia e le radiazioni;
- infettive: dopo aver contratto malattie infettive come l’Herpes genitale, la Candida, l’AIDS etc;
- metaboliche: in persone affette da malattie come il morbo di Wilson o la malattia di Huntington;
- miopatiche: in individui con miopatie, ossia malattie che danneggiano i muscoli volontari, come la miastenia gravis autoimmune e la poliomiosite;
- neuologiche: causate dalla presenza di disturbi come traumi cranici, SLA, demenza, paralisi cerebrali, Ictus e Parkinson;
- strutturali: in persone colpite da neoplasie della regione cervico-cefalica, tumori orofarigei etc.
Tipi di disfagia
A primo impatto può sembrare una patologia facilmente riconducibile alla difficoltà nella deglutizione. In realtà esistono diversi tipi di disfagia, a loro volta suddivisibili in diversi stadi. La disfagia si distingue in:
- disfagia esofagea: la difficoltà a far passare il cibo dall'esofago in direzione dello stomaco, molto comune quando si mangia troppo velocemente o non si mastica correttamente il cibo;
- disfagia orofaringea: la difficoltà a far passare il cibo dall’orofaringe all’esofago, nello stadio iniziale della deglutizione, e rappresenta la più diffusa nella popolazione.
Stadi della disfagia
Abbiamo detto che esistono diversi stadi della disfagia, in base alla gravità e alle condizioni di salute del paziente. Gli stadi sono:
- disfagia assente: la deglutizione è corretta;
- disfagia lieve: leggera difficoltà nel deglutire liquidi come un bicchiere d’acqua, alla fine si prova un lieve fastidio;
- disfagia media: anche deglutire mezzo bicchiere d’acqua risulta difficile e durante la deglutizione la tosse è ricorrente;
- disfagia grave: incapacità di deglutire sia liquidi che solidi con la comparsa di tosse grave anche dopo aver bevuto un sorso.
Rimedi alla disfagia
I rimedi alla disfagia possono essere diversi e dipendono dalla sua causa. Nel caso della disfagia esofagea una soluzione potrebbe essere l’intervento chirurgico, mentre nella disfagia orofaringea può essere sufficiente rivolgersi a degli specialisti, come l’esperto della rieducazione della deglutizione, per poter apprendere esercizi e tecniche per coordinare i muscoli che si attivano durante l’ingestione dei cibi, o al logopedista.
In alcuni casi è sufficiente assumere determinati farmaci o fare delle modifiche nell’alimentazione. Alcuni accorgimenti potrebbero essere: fare pasti più frequenti, ma meno abbondanti, tagliare il cibo in piccoli pezzi, evitare alimenti che provocano reflusso gastroesofageo, che si appiccicano al palato o friabili come i crackers e scegliere pietanze più facilmente ingeribili.
Nelle persone che hanno problemi nell’ingestione di liquidi si potrebbe aggiungere una polvere addensante ad acqua, succhi, latte e brodo per dargli una consistenza simile al budino. Per quanto riguarda le persone che hanno problemi con la deglutizione dei cibi solidi sarebbe appropriato preferire cibi dalla consistenza cremosa, come ad esempio i passati di verdure e il purè di patate.
Le informazioni contenute in questa pagina non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata.