Tachicardia in gravidanza
Cos’è la tachicardia in gravidanza
La tachicardia in gravidanza è un disturbo abbastanza comune che interessa le future mamme e si manifesta con un aumento dei battiti del cuore, superando i 100 al minuto. Se la tachicardia si presenta durante la gestazione, essa è considerata una diretta conseguenza dello sviluppo del feto, il quale necessita del giusto apporto di ossigeno per poter crescere in condizioni ottimali.
La tachicardia in gravidanza più comune è quella sinusale. Nella maggior parte dei casi, quest’ultima, non comporta alcuna complicanza ma anzi è considerata una condizione normale che si sostanzia in una contrazione del cuore più veloce, ma caratterizzata da un ritmo regolare. Questo accade perché il feto, durante la gestazione, ha bisogno di nutrienti e ossigeno per potersi sviluppare e il sistema cardiocircolatorio della futura mamma cerca di adattarsi a questa esigenza di natura puramente fisiologica.
In determinati casi, tuttavia, la tachicardia durante la gravidanza potrebbe subire un peggioramento ed è per questo che deve essere sempre tenuta sotto controllo, fino alla nascita del bambino.
Cause della tachicardia in gravidanza
Si possono distinguere due ordini di cause in grado di determinare l’insorgenza della tachicardia in gravidanza: cause fisiologiche e patologiche.
Le cause fisiologiche derivano da un meccanismo di adattamento fisiologico dell’organismo della mamma in funzione dello sviluppo degli organi del suo bambino. I fattori che comportano la tachicardia nella prima fase della gravidanza (dalla terza settimana in poi) sono:
- Maggiore bisogno di ossigeno
- Produzione di un volume di sangue maggiore
- Aumento della portata (o gittata) cardiaca
- Aumento della pressione sanguigna
I fattori che comportano la tachicardia nello stadio finale della gravidanza invece sono:
- Aumento del peso della futura mamma
- Stato di ansia e stress legato al patto
I fattori di natura patologica, invece, derivano da problematiche cardiache preesistenti che vengono amplificate durante la gravidanza a causa dello stress a cui è sottoposto il sistema cardiovascolare della mamma. Tra questi troviamo:
- Bassa pressione arteriosa o ipotensione
- Malfunzionamento della tiroide
- Carenza di ferro
- Ipossiemia (ridotta quantità di ossigeno nel sangue)
- Ipercapnia
- Stress
- Asma
- Problemi cardiaci
- Sostanze stupefacenti
- Condizione di obesità
- Infezioni polmonari
In determinati casi la tachicardia può essere una conseguenza di problemi correlati alla gravidanza stessa, come il distacco della placenta, la rottura del sacco uterino, l’embolia di liquido amniotico o la condizione di emorragia.
Sintomi della tachicardia in gravidanza
Come anticipato, la tachicardia si sostanzia in un aumento della frequenza cardiaca. Il battito cardiaco accelerato e le palpitazioni, sono solo alcuni dei sintomi principali. In genere si parla di tachicardia con il verificarsi di più di 100 battiti al minuto (bpm), che possono essere regolari o irregolari. Durante la fase iniziale della gravidanza la tachicardia sarà più lieve, mentre alla fine della gestazione risulterà più forte.
Un modo per riconoscere la tachicardia in gravidanza è quella di effettuare il controllo quando il corpo è a riposo e gli sforzi risultano al minimo. È possibile diagnosticare il disturbo effettuando degli opportuni esami suggeriti dal proprio medico di fiducia, come l’auscultazione del cuore o l’esecuzione dell’elettrocardiogramma.
Oltre ai battiti cardiaci alti, potrebbero manifestarsi altri sintomi tra cui:
- Vertigini
- Stanchezza e spossatezza
- Gambe e piedi gonfi
- Mancanza di respiro
- Affanno
- Dolori toracici
Cura della tachicardia in gravidanza
Come già sottolineato, la tachicardia durante la gestazione è un problema frequente e comune che, nella maggior parte dei casi, si sostanzia in una risposta fisiologica di adattamento dell’organismo della futura mamma con sintomatologia abbastanza gestibile. Proprio per questo motivo non sono necessari dei trattamenti o dei rimedi specifici per la tachicardia in gravidanza.
Se i sintomi diventano più gravi e più fastidiosi e le cause si rivelano di natura patologica, consigliamo di rivolgersi al proprio medico o al proprio ginecologo in modo da sentire il parere di un esperto e definire la terapia più adeguata al caso. Ad esempio, se il disturbo deriva da una disfunzione tiroidea oppure da una condizione di anemia sideropenica, i rimedi potrebbero essere quelli di effettuare dei trattamenti specifici per la tiroide o, nel secondo caso, riequilibrare il giusto apporto di ferro nell’organismo. Esistono poi dei rimedi non farmacologici, come le manovre vegali che consistono in una serie di massaggi utili per normalizzare il ritmo cardiaco, oppure la cardioversione elettrica.