Pressione arteriosa, perché è così importante tenerla sotto controllo?
Una condizione clinica in cui la pressione del sangue nelle arterie risulta elevata, può provocare danni alle arterie, insufficienza cardiaca, insufficienza renale, ictus, infarto del miocardio ed altre gravi patologie. Cerchiamo di capire insieme quali sono i valori di riferimento.
I valori da tenere sotto controllo
La pressione sanguigna viene espressa mediante una coppia di valori: 140/90 oppure "140 su 90". Ciò perché la pressione che il sangue esercita sulle arterie non è sempre la stessa. La pressione massima viene esercitata quando il cuore esercita la funzione di pompa. Fra i due battiti, quando il cuore riposa, la pressione precipita al suo livello minimo.
Sia la pressione minima che quella massima sono importanti per le arterie, perciò una pressione sanguigna ha sempre due componenti. I medici chiamano il valore massimo "pressione sistolica" e il valore minimo "pressione diastolica". In base alla nuova classificazione, quindi, la pressione normale è tra 120 e 80 millimetri di mercurio. Si parla di pressione elevata con una massima che si stabilizza tra i 120 e i 129 millimetri di mercurio, con la minima sempre sotto gli 80.
L’ipertensione arteriosa è un disturbo di cui soffrono circa 15 milioni di italiani, oltre quelli che non ne sono nemmeno a conoscenza.
Una parte del danno causato dalla pressione alta è dato dall'ispessimento a livello dell'endotelio dell'arteria, solitamente liscio. Quando ciò avviene, è più facile per grassi e colesterolo insediarsi nelle pareti delle arterie, arrivando a ostruirle. In questo caso, la prima cosa da fare è eliminare i cibi molto caldi e introdurre nella dieta grassi sani, cereali, poche proteine leggere, poco pesce, spezie, riso, frutta cotta e verdure a vapore.
Per abbassare la pressione alta, poi, non basta solo correggere l’alimentazione, bisogna sempre svolgere un sano esercizio fisico quotidiano.