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Quali sono i rischi della disidratazione?
Pubblicato il: 01 agosto

Quali sono i rischi della disidratazione?

La disidratazione corporea è quel fenomeno in cui la quantità di liquidi persi dal corpo supera i liquidi introdotti. La quantità d'acqua presente nell'essere umano varia dal 50% all'80% nei bambini e negli anziani, mentre si attesta sul 60% per gli adulti; l'acqua è la risorsa più importante del nostro corpo e senza il suo apporto si può sopravvivere solo pochi giorni.

La disidratazione avviene principalmente perché non beviamo abbastanza acqua ma anche a causa di cattive abitudini per quanto riguarda l'alimentazione: molte persone, infatti, abbinano una ridotta assunzione di acqua ad una dieta povera di vegetali (costituiti per il 90% circa di acqua) oltre a consumare bevande disidratanti come caffè, alcolici e bibite gassate, con il risultato che l'organismo va in sofferenza. La disidratazione può essere causata anche da febbre, diarrea, vomito e insufficienza renale, ovvero quando i reni non sono in grado di eliminare i liquidi in eccesso. Si è più propensi alla disidratazione anche quando si ha il diabete (se la glicemia è troppo alta, il corpo elimina gli zuccheri in eccesso attraverso le urine), se si assumono alcuni farmaci come gli antistaminici, i diuretici, gli psicofarmaci e i medicinali per la pressione, poiché questi farmaci aumentano sia la quantità di urina prodotta che la sudorazione. 

Le donne soffrono maggiormente di disidratazione, soprattutto in alcuni periodi della vita come l'allattamento e la gravidanza, ma anche durante il ciclo mestruale.

Il primo sintomo della disidratazione è l'aumento del senso della sete, seguito da crampi muscolari, debolezza, irritabilità, diminuzione della diuresi, aumento della temperatura corporea, secchezza di labbra, pelle e mucose, aumentata frequenza cardiaca e freddezza nelle estremità: nei casi di disidratazione grave, quando la percentuale di peso perso con i liquidi supera il 5 o 6%, subentra una diminuzione della capacità muscolare, disturbi gastrointestinali, allucinazioni e, nei casi estremi, la riduzione della volemia, per cui il sangue circola meno bene nei vasi, il cuore si affatica e può insorgere il collasso circolatorio e l'infarto cardiaco. 

Un altro effetto collaterale della disidratazione è il blocco del meccanismo della sudorazione che l'organismo mette in atto per risparmiare la poca acqua rimasta in circolo. La mancata secrezione di sudore causa un notevole surriscaldamento organico, con ripercussioni negative sul centro termo-regolatorio ipotalamico che si manifestano con i classici "colpi di calore".

Nelle situazioni d'emergenza l'acqua viene reintegrata tramite flebo e non per via orale dato che l'idratazione endovenosa aiuta il corpo ad assimilare le sostanze nutritive più velocemente; mentre nei casi lievi del fenomeno, l'idratazione avviene tramite assunzione di acqua, soluzioni reidratanti orali o bevande isotoniche, in modo tale da reinserire i liquidi e gli elettroliti persi.

È importante la prevenzione che si basa sull'assunzione di almeno un litro e mezzo di acqua al giorno e sulla non esposizione al sole nelle ore più calde. Anche l'alimentazione gioca un ruolo importante: vanno evitati i cibi grassi e fritti e le bevande alcoliche, eccitanti o gasate mentre va aumentato il consumo di frutta e verdura, dalle grandi potenzialità idratanti.