La tiroide è una ghiandola fondamentale per l’essere umano, che nasce come estensione dell'intestino nella parte anteriore del collo, e che agisce sulla produzione degli ormoni atti al mantenimento dell'equilibrio metabolico, dove per metabolismo si intende la capacità dell'organismo di tramutare il cibo ingerito in energia vitale.
È controllata da altre due ghiandole, l'ipotalamo e l'ipofisi; l’equilibrio di queste due garantisce una normale produzione ormonale e quindi un corretto funzionamento della ghiandola tiroidea.
Se questa ghiandola produce troppi ormoni o, al contrario, quando ne produce troppo pochi, siamo in presenza di un malfunzionamento della tiroide con effetti negativi evidenti sul nostro fisico e sul nostro organismo, come ad esempio con un aumento del livello di colesterolo, senso di affaticamento e spossatezza, disturbi intestinali, perdita dei capelli, dolori muscolari e articolari, aumento o perdita consistente del peso corporeo.
Se uno o più sintomi tra quelli prima citati ci è familiare allora è molto probabile che ci si trovi in presenza di una delle due patologie più diffuse, derivate da un'anomalia nella produzione di ormoni tiroidei, ovvero l'ipertiroidismo e l'ipotiroidismo.
L’ipertiroidismo determina una accelerazione delle funzioni corporee e compare quando vi sono troppi ormoni tiroidei in circolo e, quindi, la ghiandola funziona più del necessario. Colpisce circa l'1% della popolazione, soprattutto donne tra i 30 e i 40 anni.
Cause dell'ipertiroidismo
L’ipertiroidismo può essere determinato da differenti cause, quali:
• morbo di Basedow-Graves, una malattia che trova la sua origine in un’alterazione del sistema immunitario e colpisce principalmente i fumatori. L’alterazione del sistema immunitario determina una produzione eccessiva di ormoni tiroidei
• eccessiva assunzione di Iodio: la tiroide si serve dello iodio per produrre gli ormoni tiroidei. Se si eccede con il consumo di cibi che contengono iodio allora verrà stimolata maggiormente la produzione degli ormoni tiroidei
• tiroiditi: sono infiammazioni della tiroide che potrebbero determinare un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei
• noduli e tumori tiroidei
• assunzione dell’amiodarone: l’amiodarone è un farmaco antiaritmico che possiede un elevato quantitativo di iodio. Quando si assume questo medicinale è probabile che insorgano episodi di ipertiroidismo
Per quanto riguarda i sintomi, in genere le persone che soffrono di ipertiroidismo manifestano un ingrossamento pronunciato della tiroide (gozzo), che in determinati casi potrebbe provocare sensazioni di dolore.
Come anticipato, l’ipertiroidismo si sostanzia in un’accelerazione delle funzioni corporee da cui derivano tutta un’altra serie di sintomi come: frequenza cardiaca accelerata, nervosismo, sudorazione aumentata, debolezza muscolare, diminuzione sensibile del peso corporeo, tremore alle mani, perdita di peso, aumentata frequenza dei movimenti intestinali e nelle donne potrebbe provocare degli squilibri nel ciclo mestruale. Gli anziani colpiti da ipertiroidismo spesso non presentano questi sintomi, ma soffrono di sonnolenza e debolezza. Quando l’ipertiroidismo è causato dal morbo di Graves, si aggiungono altri sintomi caratteristici, come: gonfiore oculare, elevata sensibilità alla luce, diplopia e protrusione dei bulbi oculari.
La terapia da seguire per trattare l’ipertiroidismo varia in funzione di diversi fattori come l’età, la gravità e la causa che ha generato la malattia. Le terapie possono risolvere completamente i sintomi oppure alleviarli.
I trattamenti terapeutici previsti per l’ipertiroidismo sono:
• terapia radiometabolica: questa terapia consiste nell’assumere per via orale dello iodio radioattivo in modo da essere assorbito esclusivamente dalla tiroide. L’obiettivo è quello di ridurre la produzione di ormoni tiroidei e il volume della tiroide e di solito i primi risultati si manifestano entro i primi sei mesi. Uno dei rischi del trattamento con iodio radioattivo è che la produzione di ormoni tiroidei si riduca talmente tanto da provocare l’insorgenza dell’ipotiroidismo
• tinoamidi: sono dei i farmaci anti-tiroidei e la loro assunzione determina una riduzione della sintesi degli ormoni tiroidei. In genere i primi risultati iniziano ad aversi dopo le prime dodici settimane di terapia
• beta-bloccanti: sono dei farmaci che in genere vengono utilizzati per il trattamento dell’ipertensione. La loro assunzione permette di alleviare i sintomi cardiaci tipici dell’ipertiroidismo
• tiroidectomia: è un intervento chirurgico e in genere si ricorre a questa soluzione quando non è possibile seguire altre terapie. Consiste nell’asportazione della tiroide, tutta o in parte. Dopo la tiroidectomia si renderà necessario assumere per tutta la vita l’ormone tiroideo sintetico.
L’ipotiroidismo determina, invece, un rallentamento di tutte le funzioni corporee e compare quando vi è una scarsa quantità di ormoni tiroidei in circolo.
Nel paziente adulto l’ipotiroidismo si manifesta con: un aumento sensibile del peso corporeo, stanchezza, sensazione di freddo, depressione, sonnolenza diurna anche dopo aver dormito tutta la notte, riduzione della frequenza cardiaca, aumento sensibile del peso corporeo, perdita di memoria, difficoltà nella concentrazione, crampi muscolari, voce roca, capelli sottili, cute secca e ruvida, abbondante flusso mestruale, infertilità.
Colpisce il 3% della popolazione ed anche qui le donne sono affette più frequentemente degli uomini, soprattutto se hanno superato i 50 o hanno da poco avuto una gravidanza.
Le cause principali dell’ipotiroidismo sono:
• tiroiditi: in particolare la tiroidite di Hashimoto. Sono malattie autoimmuni che derivano da un’alterazione del sistema immunitario
• asportazione chirurgica della tiroide
• assunzione di farmaci a base di litio o amiodarone
• carenza di iodio: la tiroide si serve dello iodio per produrre i suoi ormoni, un deficit dello stesso potrebbe causare una ridotta produzione degli ormoni tiroidei
• terapie con iodio radioattivo
• ipofisi danneggiata: l’ipofisi è un ghiandola che controlla tutte le altre ghiandole dell’organismo. Quando il funzionamento dell’ipofisi è compromesso a causa di tumori o radioterapia, una possibile conseguenza potrebbe essere un’alterazione nella produzione di ormoni tiroidei
• ipotiroidismo congenito: è un disturbo che si manifesta fin dalla nascita. Potrebbe essere causato dall’assenza della ghiandola tiroidea, oppure dalle dimensioni ridotte della stessa o ancora da un posizionamento della tiroide non consueto.
Il trattamento previsto per l’ipotiroidismo consiste nella somministrazione orale dell’ormone tiroideo sostitutivo levotiroxina. La terapia prevede inizialmente ridotti dosaggi di ormoni tiroidei, perché dosi eccessive potrebbero determinare rischiosi effetti collaterali. Si aumenteranno i dosaggi in modo graduale fino a quando TSH e FT4 nel sangue non risultino in equilibrio. In genere la terapia dura per tutta la vita.
Quali esami effettuare per diagnosticare i problemi alla tiroide?
È possibile verificare il grado di funzionalità della tiroide effettuando una serie di esami diagnostici specifici, con i quali si potrà capire se si soffre di ipotiroidismo o ipertiroidismo.
In particolare, si può ricorrere agli esami del sangue con cui è possibile controllare i livelli di:
• TSH: è l’ormone tireostimolante prodotto dall’ipofisi anteriore. Valori di TSH elevati indicano una riduzione delle funzionalità della tiroide; valori molto bassi invece indicano invece un’attività molto intensa da parte della ghiandola in questione
• FT4: è la tiroxina, uno degli ormoni tiroidei, che si trova libero nel sangue. Verificare i livelli all’interno dell’organismo permette di esaminare l’efficienza delle funzionalità della tiroide. Valori molto alti rispetto al normale indicano un possibile ipertiroidismo, mentre valori bassi potrebbero identificare ipotiroidismo
• FT3: è la triiodotironina libera, l’altro ormone tiroideo e anch’esso viene liberato nel sangue. Valori elevati segnalano un probabile ipertiroidismo, mentre valori bassi indicano un possibile caso di ipotiroidismo.
Inoltre è possibile effettuare l’ecografia tiroidea, la quale fornirà tutta una serie di indicazioni con cui sarà più semplice capire la struttura, il volume e la presenza di noduli nella tiroide.