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Cosa succede se si hanno le piastrine basse?
Pubblicato il: 14 marzo

Cosa succede se si hanno le piastrine basse?

Ci sono persone che non sanno bene cosa sono le piastrine e la loro importanza per la corretta coagulazione del sangue (quando necessaria), e che, davanti alle analisi, non interpretano come campanello d’allarme un valore troppo basso riferito a esse.

Tale eventuale carenza è definita piastrinopenia, ovvero quando vi è una quantità di piastrine circolanti in numero inferiore a 150.000 unità per microlitro di sangue. In genere, normali valori delle piastrine si aggirano tra le 150.000 e le 400.000 unità per microlitro.

Cause delle piastrine basse

Le cause delle piastrine basse possono essere ricercate in una serie di condizioni cliniche o patologie, quali malattie del midollo osseo o disturbi che portano a una degradazione più rapida delle piastrine.

Tra le possibili malattie che possono causare una riduzione della conta piastrinica troviamo:

  • infezioni virali e malattie autoimmuni;
  • produzione di anticorpi che attaccano le piastrine (Trombocitopenia);
  • anemia aplastica (porta a una riduzione nella produzione di tutte le cellule ematiche);
  • cirrosi;
  • tumori che portano a metastasi nel midollo osseo;
  • linfomi e leucemia;
  • disturbi genetici.

I trattamenti chemio e radioterapici possono provocare una riduzione importante di piastrine, così come le esposizioni ad agenti chimici che intaccano la salute del midollo osseo o l’abuso di alcol, soprattutto in chi già presenta carenza di folati, basso livello di ferritina o vitamina B12.

Sintomi delle piastrine basse

La riduzione delle piastrine può portare alla comparsa di difetti nel potere coagulatore del sangue, con predisposizione a emorragie di vario tipo, comparsa di lividi e sanguinamento dalle mucose.

In genere, il sanguinamento spontaneo è piuttosto raro se i valori di piastrinopenia nel sangue sono compresi tra 50.000 e 150.000 unità per microlitro: l'emorragia, in questi casi, può palesarsi come conseguenza di interventi chirurgici o traumi. Se le piastrine scendono tra i 20.000 ed i 30.000 trombociti per microlitro di sangue, il rischio di emorragia spontanea è elevatissimo. il sanguinamento è, invece, accertato e preoccupante quando la piastrinopenia scende al di sotto dei 10.000 microlitro.

Come si può ben comprendere, la piastrinopenia è legata a doppio filo alla sindrome emorragica, che può manifestarsi in maniera anche molto diversa a seconda della persona che ne soffre e ai valori di piastrine circolanti nel sangue. Spesso avere le piastrine basse porta a stanchezza e, ovviamente, maggiore è la carenza di piastrine, peggiore sarà il quadro sintomatologico di chi ne soffre.

Quando preoccuparsi e cosa fare se si hanno le piastrine basse

I sintomi conseguenti alla carenza di piastrine, quindi, non sono legati esclusivamente al loro numero assoluto nel sangue, ma anche alla loro capacità funzionale. È bene tener presente anche altri fattori, come eventuali disturbi concomitanti, eventuali alterazioni che possono interessare i vasi ematici e, soprattutto, i disturbi e le altre cause che vi sono alla base.

Tenendo conto di quel che abbiamo già detto in precedenza, bisogna preoccuparsi quando i valori delle piastrine scendono tra i 20.000 ed i 30.000 per microlitro di sangue, con rischio di emorragia spontanea molto alto.

Per trattare una tale condizione bisogna conoscerne le cause e la gravità della condizione che vi è probabilmente alla base. Se la condizione non è particolarmente grave, il medico potrebbe semplicemente indicare un costante controllo del conteggio delle piastrine, insieme a delle raccomandazioni, quali:

  • non praticare sport di contatto;
  • non eseguire attività ad alto rischio di sanguinamento;
  • evitare il consumo di alcol;
  • non assumere farmaci che possono limitare il numero delle piastrine.

Nei casi più gravi, per curare la carenza di piastrine, potrebbero rendersi necessari:

  • una trasfusione di sangue o plasma;
  • gli steroidi e/o i corticosteroidi;
  • le immunoglobuline;
  • i farmaci immunosoppressori;
  • una splenectomia o la rimozione chirurgica della milza.

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