Quali sono gli esami del sangue per la fibromialgia?
Se ne parla spesso, ma non sempre si sa cosa è la fibromialgia.
Si tratta di un disturbo caratterizzato da intensi dolori diffusi nell'apparato muscolo-scheletrico, accompagnati da indebolimento, fatica e rigidità muscolare, che colpisce circa l'1-3% della popolazione mondiale, prevalentemente le donne.
I sintomi e le conseguenze della fibromialgia
I sintomi iniziali della fibromialgia includono dolori muscolari e articolari diffusi, ai quali si aggiungono, poi, affaticamento, ansia, depressione, mal di testa cronico e disturbi del sonno. La diagnosi avviene attraverso l'esclusione di altre patologie reumatiche, in genere con il supporto di un reumatologo, che terrà conto di fattori come età e storia clinica, con attenzione a eventuali eventi stressanti sia fisici che psicologici.
A prescindere da quali parti del corpo colpisce, la fibromialgia può influire negativamente sul sonno, causando affaticamento e una marcata rigidità muscolare simile a quella derivante dall'accumulo di acido lattico. Può compromettere la concentrazione, causare problemi di memoria e, in forme acute, portare a confusione mentale, riducendo la qualità della vita di chi ne soffre.
È possibile curare la fibromialgia?
Essendo una sindrome caratterizzata da una vasta gamma di sintomi, non è semplice trovare cure definitive, ed è necessario un approccio terapeutico che metta insieme trattamenti convenzionali e complementari, comprendenti farmaci, attività fisica e terapie comportamentali.
Spesso vengono prescritti i farmaci miorilassanti per contrastare la rigidità, gli ipnotici per migliorare il sonno, e gli antidepressivi con proprietà antidolorifiche per alleviare i dolori diffusi in tutto il corpo. La strategia farmacologica mira, quindi, a promuovere cambiamenti nello stile di vita del paziente, concentrandosi sull'ottimizzazione del riposo, sull'esercizio fisico adeguato e sulla terapia cognitivo-comportamentale, elementi essenziali per la gestione della malattia e la prevenzione delle ricadute.
Data la diversità delle manifestazioni della sindrome, è cruciale condurre un'approfondita anamnesi per individuare le cause specifiche, identificare i punti dolenti della fibromialgia, i sintomi predominanti e attribuire la giusta importanza all'alimentazione per ridurre gli additivi e i cibi che possono stimolare processi infiammatori.
Diagnosi ed esami del sangue
Come anticipato, la diagnosi della fibromialgia non può essere confermata attraverso prove di laboratorio specifiche, ma spesso il medico decide di approfondire la definizione clinica del disturbo attraverso indagini mirate, con l’obiettivo di escludere altre condizioni che potrebbero manifestarsi con sintomi simili. Tra queste condizioni rientrano l'insufficienza di vitamina D, l’ipotiroidismo, le malattie delle paratiroidi, le malattie muscolari, l’ipercalcemia, le malattie infettive e le neoplasie.
Gli esami del sangue raccomandati per esplorare queste possibili cause includono l'esame emocromocitometrico completo, il test di funzionalità tiroidea, il dosaggio del calcio nel sangue, VES (velocità di eritrosedimentazione), PCR (Proteina C-reattiva), ANA test (anticorpi antinucleo), fattore reumatoide (RF), creatinfosfochinasi (CPK), fosfatasi alcalina (ALP), transaminasi, anticorpi anti-EBV e anti-HCV.
Va notato che, nella fibromialgia, spesso i risultati di questi esami tendono a essere nella norma e l’importanza di tali test risiede principalmente nell'esclusione di altre patologie reumatiche, aiutando il medico a delineare una diagnosi più accurata e mirata nei confronti della fibromialgia.
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