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Che differenza c'è tra ibuprofene e paracetamolo?
Pubblicato il: 05 marzo

Che differenza c'è tra ibuprofene e paracetamolo?

Il Paracetamolo e l'Ibuprofene sono due farmaci antidolorifici comunemente utilizzati per il trattamento di febbre e dolore: condividono l'effetto analgesico e antipiretico, ma presentano sostanziali differenze che li portano a essere più o meno adatti a trattare un disturbo, in base a diversi aspetti che analizziamo insieme di seguito.

Differenze tra i due principi

L'Ibuprofene è classificato come un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), ma a cosa serve l’ibuprofene? Oltre alla sua azione antinfiammatoria, agisce anche come antipiastrinico, influenzando sia i tessuti periferici che il sistema nervoso centrale (SNC). Al contrario, il paracetamolo, principio attivo tachipirina, ha un effetto antidolorifico e antipiretico ma non possiede proprietà antinfiammatorie e non può essere considerato un FANS.

Un aspetto significativo che differenzia questi due farmaci riguarda i tempi di azione e la loro somministrazione: il Paracetamolo, quando la febbre persiste, deve essere assunto ogni cinque ore, mentre, nel caso dell'Ibuprofene, è fondamentale rispettare un intervallo di almeno sette ore tra le assunzioni, considerando anche i potenziali effetti collaterali, specialmente a dosi elevate o per periodi prolungati.

Come scegliere in base al disturbo

La scelta tra Paracetamolo e Ibuprofene dovrebbe essere guidata principalmente dall’analisi dei sintomi: se si tratta di semplici stati febbrili, il Paracetamolo potrebbe essere la scelta più sicura, soprattutto per bambini, anziani e donne in gravidanza, poiché presenta una buona tollerabilità e ha minori effetti collaterali. Al contrario, se la febbre è accompagnata da dolori, come nei casi di infezioni in atto, l'Ibuprofene potrebbe essere più efficace, poiché agisce su entrambe le tipologie di sintomi.

Se ci si trova di fronte a semplici stati febbrili, quindi, il Paracetamolo emerge come una scelta più sicura per la sua discreta tollerabilità che lo rende particolarmente adatto per l'uso in casi differenti: la sua efficacia nel trattamento del dolore leggero o moderato e degli stati febbrili è ben documentata e gli effetti collaterali sono generalmente limitati, se rispettate le dosi raccomandate quando si prende il paracetamolo.

D'altra parte, quando la febbre è associata a dolori, magari in presenza di un'infiammazione attiva o di un'infezione, Brufen analgesico si presenta come una scelta più completa, dato che la sua azione antinfiammatoria aggiuntiva può risultare essenziale in queste circostanze, in quanto aiuta ad alleviare il dolore e, contemporaneamente, a ridurre l'infiammazione. Tuttavia, è fondamentale considerare attentamente le condizioni di salute dell’individuo e l'eventuale presenza di problematiche gastrointestinali, poiché l'Ibuprofene, se utilizzato in dosi eccessive o per periodi prolungati, potrebbe comportare rischi come danni alla mucosa gastrica e altri effetti collaterali indesiderati.

Inoltre, va sottolineato che la scelta tra Paracetamolo e Ibuprofene non dovrebbe mai essere basata solo sull'efficacia sintomatica, ma anche sulla sicurezza d'uso, specialmente in determinate categorie di pazienti. La consulenza di un medico o di un farmacista è sempre consigliata, specialmente in situazioni in cui persistono dubbi o in caso di sintomi gravi.

Quali effetti collaterali?

Ci teniamo a ricordare, infatti, che la cautela nell’assunzione dei farmaci è sempre fondamentale.

Come ripetuto fin qui, il Paracetamolo è generalmente ben tollerato e indicato per il trattamento di dolore e febbre, con effetti collaterali limitati, specialmente se usato correttamente. L'ibuprofene antinfiammatorio, sebbene più efficace nel ridurre la febbre e alleviare il dolore, può invece causare problemi gastrointestinali, come nausea, vomito e, in casi più gravi, perforazione o emorragia gastrointestinale, ragion per cui è importante fare attenzione alle dosi e alle durate del trattamento con Ibuprofene per evitare tali rischi.

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