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Quando fare test TPHA?
Pubblicato il: 10 maggio

Quando fare test TPHA?

Il test TPHA è uno strumento fondamentale per la diagnosi della sifilide ed è essenziale in presenza di sintomi sospetti o in situazioni a rischio, come la gravidanza o dopo rapporti sessuali non protetti. Un eventuale risultato positivo, richiederebbe ulteriori accertamenti per confermare la diagnosi e pianificare il trattamento appropriato.

Ma andiamo per gradi e capiamo meglio di cosa stiamo parlando.

Cos'è il test TPHA

Come anticipato, il test TPHA, o test per gli anticorpi anti-treponema pallidum per emoagglutinazione, è un esame fondamentale per la diagnosi della sifilide.

È in grado di rilevare la presenza di tali anticorpi nel sangue e, quando si contrae la sifilide, rimane positivo per tutta la vita, anche dopo che l'infezione è stata trattata con successo, dato che gli anticorpi resteranno presenti nell’organismo di chi contrae tale disturbo.

I sintomi della sifilide

La sifilide è una malattia sessualmente trasmessa causata dal batterio Treponema pallidum, può manifestarsi in diverse fasi e con sintomi variabili. Tra i più comuni troviamo sifilomi, eruzioni cutanee, febbre, linfonodi ingrossati, dolori muscolari e, in alcuni casi, anche sintomi come i calli ai piedi.

Durante la fase primaria della sifilide, si sviluppano sifilomi, che sono lesioni indolori e dure sulla pelle o sulle mucose genitali, che possono apparire come ulcere superficiali, di solito indolori. Queste lesioni possono passare inosservate o essere scambiate per altre condizioni della pelle, rendendo la diagnosi più difficile.

Nella fase secondaria della sifilide, possono comparire eruzioni cutanee generalizzate, in alcuni casi accompagnate da altri sintomi influenzali, come febbre, mal di gola e linfonodi ingrossati. Nelle fasi successive della sifilide, chiamate sifilide latente e sifilide terziaria, i sintomi possono essere meno evidenti ma la malattia può causare danni gravi agli organi interni, al sistema nervoso e persino alla vista.

È importante notare che la sifilide può anche essere asintomatica, ragion per cui è vitale eseguire uno screening regolare per la sifilide, specialmente per le persone a rischio, come coloro che hanno rapporti sessuali non protetti o che hanno avuto contatti con persone infette.

Quando e come eseguire il test

Il test TPHA, o s-TPHA (Treponema Pallidum Hemagglutination Assay), come anticipato, è un esame diagnostico essenziale per individuare la presenza di anticorpi specifici contro il Treponema pallidum, responsabile della sifilide.

Il momento in cui eseguire il test TPHA dipende dalla presenza dei sintomi della sifilide e da fattori di rischio specifici. Idealmente, il test dovrebbe essere eseguito quando si sospetta un'infezione da Treponema pallidum, ovvero quando si manifestano sintomi come quellid  i cui al paragrafo precedente, ma è consigliabile sottoporsi al test TPHA in presenza di fattori di rischio per la sifilide, come rapporti sessuali non protetti con partner di cui non si conosce lo stato di infezione o esposizione all'agente eziologico della malattia.

Il test TPHA viene eseguito attraverso un prelievo di sangue venoso, di solito dal braccio, e non richiede alcuna preparazione particolare. L'analisi del campione di sangue viene effettuata in laboratorio, e vengono spesso eseguiti anche altri test di screening per la sifilide, come il TPPA test (Treponema Pallidum Particle Agglutination Assay), per confermare la diagnosi.

Il TPPA test è simile al TPHA nel suo principio di funzionamento, poiché entrambi rilevano gli anticorpi anti-Treponema pallidum nel sangue, solo che il TPPA utilizza particelle di gelatina contenenti antigeni specifici del Treponema pallidum, che si agglutinano in presenza di anticorpi specifici.

Un risultato positivo indica la presenza di anticorpi e quindi un'infezione da sifilide, mentre un risultato negativo suggerisce l'assenza di infezione. È importante ricordare che un risultato positivo al TPHA o al TPPA test non indica necessariamente un'infezione attiva da sifilide, ma potrebbe indicare anche un'infezione passata o una reattività incrociata con altre condizioni. Pertanto, possono essere necessarie ulteriori indagini e valutazioni cliniche per capire se si ha un’infezione intima, confermare la diagnosi e determinare il corretto trattamento.

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